Le apnee notturne sono uno dei disturbi respiratori del sonno più frequenti, anche se i sintomi sono apparentemente innocui, come il russare abituale ed episodi di apnea che disturbano la giusta regolarità del sonno, si tratta di una vera patologia. La maggior parte delle persone tende a non accorgersi o a sottovalutare questi segnali, convivendo con le spiacevoli conseguenze di un sonno agitato, come le cefalee mattutine, la sonnolenza diurna e il progressivo ridursi della capacità di concentrarsi durante il giorno. Trascurarli influenza negativamente la salute e la qualità della vita: se nei giovani questo può portare a deficit di memoria e cambiamenti repentini dell’umore, come picchi di ansia e irritabilità, negli adulti e negli anziani (le categorie più esposte), si accentuano progressivamente i fattori di rischio che possono causare serie ripercussioni per la salute, come cardiopatie, ipertensione e infarti.
Disturbi del sonno. Grazie al tuo dentista puoi combatterli
/0 Commenti/in News /da Alessandra MarchesiPerdere i denti fa male anche al cuore
/0 Commenti/in News /da Alessandra MarchesiLa salute della bocca è legata strettamente a quella del cuore. Un recente studio dell’American Heart Association, l’associazione dei cardiologi americani, ha preso in esame un campione di soggetti tra i 45 e i 69. Perdere più di un dente aumenta del 23% il rischio di andare incontro a una malattia cardiovascolare.
Lo studio coordinato da Lu Qi, della Tulane University di New Orleans ha valutato l’associazione tra perdita dei denti e successivo rischio di malattia coronarica di nuova insorgenza tra le donne che avevano preso parte al Nurses’ Health Study e tra gli uomini dell’Health Professionals Follow-Up Study.
I partecipanti avevano un’età compresa tra 45 e 69 anni e non avevano malattie cardiache. I dati sui denti naturali erano stati raccolti all’inizio dei due studi e un questionario ha rilevato l’eventuale la perdita di denti nel periodo della ricerca.
A parità di fattori di rischio (dieta, attività fisica, peso corporeo e ipertensione), gli adulti con 25-32 denti naturali all’inizio dello studio, e quelli che avevano perso due o più denti durante il follow-up, avevano un rischio aumentato del 23% di andare incontro a malattia coronarica rispetto a coloro che non avevano perso alcun dente. La perdita di un solo dente, invece, non è stata associata ad un aumento del rischio di malattia coronarica.
Gli adulti con meno di 17 denti naturali all’inizio dello studio avevano il 25% in più di probabilità di sviluppare malattia coronarica rispetto a coloro che avevano da 25 a 32 denti.
“L’aumento del rischio di cardiopatia ischemica dovuto alla perdita dei denti si realizza -secondo Lu Qi- a prescindere dai fattori di rischio tradizionali per le malattie cardiovascolari, come l’ipertensione, dieta, attività fisica, peso corporeo”.
Utilizzo del filo interdentale, chi lo usa e quando
/0 Commenti/in News /da Alessandra MarchesiLa placca dentale è un fattore eziologico nello sviluppo della malattia parodontale cronica e la sua rimozione quotidiana porta a una riduzione sia della prevalenza che della gravità dell’infiammazione gengivale.
Lo spazzolino non riesce a rimuovere completamente la placca dalle superfici prossimali, per cui il suo utilizzo va regolarmente abbinato a quello del filo interdentale che secondo vari studi di letteratura rimuove fino all’80% della placca interdentale determinando un’incidenza significativamente ridotta della carie e della malattia parodontale.
Ma quanto viene utilizzato il filo interdentale dai pazienti?
Tipologia di ricerca e modalità di analisi
In uno studio pubblicato sul Journal of Parodontology di aprile 2018 viene stimata la prevalenza di utilizzo quotidiano del filo interdentale tra gli adulti dai 30 anni in su negli Stati Uniti, in relazione ai fattori demografici e di rischio per la salute parodontale, compreso il consumo di tabacco, e in presenza di diabete diagnosticato. Gli autori hanno analizzato i dati della National Health and Nutrition Examination Survey dal 2011 al 2014 di 8356 adulti.
È stata stimata la prevalenza dell’utilizzo quotidiano del filo interdentale. L’analisi di regressione logistica ha esaminato l’associazione tra l’uso del filo interdentale quotidiano e i fattori demografici e di rischio per le malattie parodontali.
Risultati
Dai risultati di questo studio è emerso che il 31,6% (SE = 0,8) degli adulti sopra i 30 anni riferisce di usare il filo interdentale ogni giorno, il 36,6% (SE = 0,9) degli adulti riferisce di usare il filo interdentale tra 1 e 6 volte alla settimana e il 31,9% (SE = 0,9) degli adulti riferisce di non usare affatto il filo interdentale.
Si sono, inoltre, evidenziate differenze significative per età, sesso, razza, origine ispanica, stato sociale, istruzione, uso di tabacco e presenza di diabete. Si è evidenziato che i fumatori (OR 0,82, IC 95% 0,68, 0,99) utilizzano meno il filo interdentale giornaliero rispetto ai non fumatori. Invece non è stata riscontrata alcuna differenza significativa tra adulti con o senza diabete (OR 0,75, IC 95% 0,52, 1,08).
Conclusioni
Approssimativamente, circa un terzo degli adulti statunitensi riferisce di utilizzare il filo interdentale ogni giorno. Le donne, i soggetti con un reddito più elevato e gli adulti non ispanici asiatici e ispanici hanno mostrato di utilizzare più assiduamente il filo, mentre il più basso utilizzo dello stesso è emerso essere dei fumatori.
Implicazioni cliniche
I risultati di questo studio trovano il limite di essere frutto di un questionario auto-riportato e di indagare l’utilizzo del filo interdentale solo nell’ultima settimana, il che potrebbe non riflettere schemi a lungo termine. Sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio l’utilizzo del filo interdentale quotidiano per periodi di tempo più lunghi e per valutare altri fattori di rischio che contribuiscono alla malattia parodontale, come dieta e genetica.
Oral Cancer Day 2018 – Prenota la tua visita gratuita
/0 Commenti/in News /da Alessandra MarchesiSabato 5 maggio 2018 torna Oral Cancer Day, l’appuntamento annuale con la prevenzione del tumore del cavo orale che, giunto quest’anno alla dodicesima edizione, conserva il consolidato format.
Studio Dentistico Marchesi si fa portavoce dell’importanza di una corretta igiene orale e di stili di vita sani, per un mese di visite di controllo gratuite, dal 7 maggio all’8 giugno.
Anche per quest’edizione, a supportare gli intenti e le energie di ANDI e Fondazione ANDI, ci saranno la CAO Nazionale, il Cenacolo Odontostomatologico Italiano, La Società Italiana di Patologia e Medicina Orale e l’AIOLP (Associazione Italiana Otorinolaringoiatri Libero Professionisti). Quest’unione testimonia la nostra perseveranza nel voler coinvolgere sempre più professionisti in grado di coalizzare le loro forze per un’azione comune più ampia ed efficace contro il cancro. Perché crediamo che diffondere costantemente e in modo più capillare e incisivo il messaggio di prevenzione e salute orale sia la vera missione della professione medica e odontoiatrica.
CONTATTACI E PRENOTA LA TUA VISITA GRATUITA PRESSO IL NOSTRO STUDIO
Perchè è importante una diagnosi precoce ?
/0 Commenti/in News /da Alessandra MarchesiSono molteplici le sintomatologie che ci portano a contattare un dentista ma, una cosa è certa: il tempismo gioca un ruolo cruciale nella risoluzione di un problema odontoiatrico. Ecco perché la prima visita ed un corretto piano di trattamento sono così importanti.
Una diagnosi precoce e accurata è in grado di porre rimedio ad una situazione compromessa da un precedente intervento eseguito non correttamente o ad una patologia in essere.
I sintomi che ci inducono a rivolgerci all’odontoiatra sono sì facili da avvertire, ma difficili da riconoscere. Spesso si ricorre al dentista solo in caso di dolore riferito agli elementi dentari, ma in realtà è bene rivolgersi ad uno specialista anche per sanguinamento gengivale, problemi occlusali e di postura, dolori alla testa.
Il piercing alla lingua danneggia i denti? Quali rischi si corrono?
/0 Commenti/in News /da Alessandra MarchesiLa pratica del piercing, negli ultimi decenni si è affermata come moda giovanile sempre più diffusa.
In passato, nelle società antiche, la perforazione di alcune parti del corpo per inserirvi ornamenti di materiale diverso (pietra, osso, avorio o metallo) era pratica diffusa con finalità specifiche sociali e/o rituali-iniziatiche e ancora oggi si conserva in alcune tribù.
Oggi il piercing non è più limitato ai lobi dell’orecchio, ma può presentarsi in molti distretti corporei, fra cui anche il cavo orale, con sedi elettive labbra, lingua, guancee, più raramente, ugola e frenulo linguale.
Il fenomeno piercing orale sta coinvolgendo non solo la popolazione adolescente, ma anche la fascia adulta.
La crescente popolarità del piercing orale ha però già evidenziato effetti e conseguenze ad esso legati: appare chiaro che chi si sottopone a tale procedura si espone a rischi di una certa rilevanza e va incontro a sequele non trascurabili.
Diverse associazioni odontoiatriche si sono infatti già pronunciate ufficialmente con documenti e linee guida che condannano il piercing orale.
Complicazioni a lungo termine dal posizionamento del piercing:
– Iperplasia o atrofia dei tessuti attorno a dove è stato applicato il piercing: frequentemente ci sono aree di mucosa orale che per via dello sfregamento del piercing si gonfiano oppure aree gengivali che subiscono importanti fenomeni di retrazione per effetto del trauma prolungato nel tempo.
– Danni ai denti: è la conseguenza più frequente dell’applicazione di piercing orali. Si va da semplici fenomeni di usura e abrasione dei denti a vere e proprie scheggiature fino a fratture parziali o complete di elementi dentari.
– Reazioni allergiche o tossiche verso i materiali di cui è fatto il piercing, in particolare se questo contiene Nichel. E’ descritta in letteratura la formazione di granulomi da corpo estraneo alla lingua o al labbro e addirittura a livello della ghiandola parotide come conseguenza reattiva al materiale di cui sono costituiti alcuni piercing.
Cosa dire al bambino prima di andare allo studio dentistico
/0 Commenti/in News /da Alessandra MarchesiTutti i bambini hanno una natura curiosa. Appena gli verrà comunicata la data della visita di controllo il piccolo paziente sicuramente avrà delle domande che devono essere soddisfatte. Questo è un momento importante per non creare ansie e tensioni inutili nel bimbo utilizzando un linguaggio poco opportuno e che enfatizzi aspetti negativi delle cure dentali.
Sarà bene quindi evitare frasi del tipo “non preoccuparti, non ti farà male” oppure “devi stare fermo”; queste esortazioni faranno nascere in lui un sentimento d’inquietudine che si trasformerà in paura una volta arrivati in studio.
Espressioni, invece, quali “domani c’è la visita dal dentista così gli facciamo vedere come sono forti e sani i tuoi denti”, lo aiuteranno ad essere più sereno.
Cosa fare in sala di attesa:
Portare il libro o il gioco preferito del bimbo metterà il piccolo a suo agio distraendolo, allo stesso tempo, dal classico clima di tensione che si vive in questo luogo.
Stare insieme al bambino durante la visita dentistica, si o no?
Il consiglio è di fare in modo che i genitori siano presenti solo durante la prima visita del piccolo, lasciandolo poi in compagnia dello staff medico nelle successive.
Sarà poi l’odontoiatria a tranquillizzare il piccolo spiegandogli in anticipo tutto quello che succede e chiedendo il suo aiuto durante la visita.
Giornata mondiale del sonno – Diagnosi gratuita – Allarme apnee notturne
/0 Commenti/in News /da Alessandra Marchesi16 marzo 2018 – Giornata Mondiale del Sonno – Allarme apnee notturne.
RICHIEDI LA DIAGNOSI GRATUITA – Contatta lo Studio Dentistico Marchesi per maggiori informazoni.
Anche quest’anno lo Studio Dentistico Marchesi, che fa parte degli studi ANDI che faranno esami di Screening, partecipa alla campagna di sensibilizzazione sulla Sindrome delle apnee notturne.
Cosa sono le Apnee notturne
E ricorda: non sono solo una cosa da grandi!
Le apnee notturne riguardano anche i più piccoli e quindi è necessario fare attenzione anche al loro riposo. Il calo di attenzione e l’iperattività che seguono un sonno disturbato, influenzano il rendimento scolastico e portano agitazione nel bambino in una fase delicata della crescita in cui essere sereni è fondamentale.
Perché il tuo dentista può aiutarti?
Le apnee notturne, OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome) per i professionisti, sono causate da ostruzioni delle vie aeree, come malformazioni della mascella o presenza di tessuto molle eccedente a livello del palato e sotto-mentale. Per questo il tuo dentista è il medico giusto a difesa del sonno e della salute: uno specialista preparato a riconoscere i segni e i sintomi delle OSAS che può guidarti nella scelta del trattamento di questa patologia. Una visita di controllo dal tuo dentista di fiducia è il primo passo per ricominciare a dormire bene e vivere meglio!
Quali ripercussioni hanno le apnee nel sonno sulla vita di ogni giorno?
/0 Commenti/in News /da Alessandra MarchesiLa Sindrome di apnee ostruttive nel sonno (OSAS) affligge oltre un milione e mezzo di italiani, tanto che l’80% dei medici ha pazienti che ne soffrono.
Quali sono le sue conseguenze sulla quotidianità e sulla sicurezza?
Quali sono i rischi, personali e sociali, che comporta?
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